Paola Neglia è un maestro Feng Shui e da circa una ventina d’anni vive a Canneto Pavese. Si tratta di una disciplina molto difficile da imparare, ma soprattutto da spiegare. Ha origine nelle corti imperiali cinesi ed insegna alle persone come saper riconoscere i propri spazi e vivere al meglio la propria abitazione o il luogo di lavoro, che a loro volta sono lo specchio della propria personalità. Abbiamo chiesto a Paola di spiegarci al meglio questa disciplina, come apprenderla e come saperla applicare nella vita di tutti i giorni.

Paola, quando ha preso la decisione trasferirsi in Oltrepò Pavese?
Io e mio marito abitavamo in Toscana, quindi eravamo abituati a vivere in un territorio bello circondato dalle colline. Stavamo cercando casa a Milano, dove mio marito lavorava, fino a quando ci siamo imbattuti nell’Oltrepò Pavese. Mi sono innamorata subito di questo territorio e abbiamo deciso di trasferirci a Canneto Pavese, in una casa che era abbandonata da ormai più di cinquant’anni e che tutt’ora stiamo ancora sistemando. Noi non conoscevamo minimamente l’Oltrepò, è stata la casa a sceglierci. Adoro il fatto che l’Oltrepò Pavese non è ancora stato contaminato: si possono percorrere chilometri in mezzo alle vigne e non tra le fabbriche. Inoltre, la collina di Canneto Pavese è ben collegata per chi, come noi, deve viaggiare per lavoro verso Milano.

Come ha conosciuto il Feng Shui?
Sono nata e cresciuta in Colombia, da madre colombiana e padre italiano. In Sudamerica ho studiato per diventare stilista d’abbigliamento. Avendo passaporto italiano mi sono trasferita in Italia per frequentare un master in stilismo di moda. Al mio ritorno in Colombia ho scoperto che in molti avevano iniziato a praticare lo Feng Shui e questo mi ha incuriosito parecchio. Mi ha colpito molto il concetto secondo il quale il posto in cui vivi ha un’influenza su quello che sei e quello che fai: per questo ho iniziato a leggere diversi libri su questo argomento.

Essenzialmente, di che cosa si tratta? La si può definire un’arte?
Il Feng Shui è più una disciplina orientale che include anche l’arte. Fa parte di quei saperi custoditi dai maestri cinesi al servizio delle corti imperiali. Il maestro Feng Shui era il braccio destro dell’imperatore e conosceva l’astrologia, la medicina ed era la persona incaricata per decidere dove costruire la città, perché il benessere del popolo derivava, appunto, dalle scelte dell’imperatore. Per questo il maestro doveva garantire che i posti scelti dove costruire le strutture fossero utili a tutta la popolazione e, più nel personale, doveva accertarsi del benessere dell’imperatore.

Come ha appreso questa disciplina?
Inizialmente ho provato a impararla leggendo tantissimi libri, ma per capirla al meglio bisogna avere una conoscenza più profonda che non si può trovare sulla carta. I libri tendono ad essere dei manuali, dove tutti siamo uguali e non guardano al singolo caso della persona. Ho proseguito lo studio frequentando la scuola di un maestro cinese che a sua volta aveva avuto il compito dal suo di portare il Feng Shui in occidente, con l’idea di ripulirlo da tutte le contaminazioni. La difficoltà sta nel fatto che esistono tanti stili quanti maestri, non vi è un’unica versione. Il mio maestro proviene da un villaggio cinese dove i suoi predecessori hanno lavorato per più di seicento anni al servizio della corte imperiale, per tanto conosce tanti stili differenti.

Quindi lei pratica questo stile “autentico”?
Noi lo chiamiamo “autentico” per indicare che è uno stile con grandi studi, che si basa su principi verificabili e non sulle superstizioni. C’è tantissima confusione in giro… Ultimamente è diventato molto di moda e quindi è stato contaminato da diversi fattori esterni, come la superstizione. Questa contaminazione è accaduta non solo in occidente, ma anche in Cina. In realtà il Feng Shui non si dovrebbe nemmeno vedere, ma andrebbe applicato in base alle proprie esigenze personali, non sul significato che gli è stato dato. Un rimedio non si vede esternamente, ma lo dovrebbe sapere solo la persona che lo ha attuato. Il Feng Shui che pratico io si basa tantissimo sul Taoismo, che studia tutti i fenomeni naturali e spiega all’uomo come deve comportarsi in merito.

In che anni è arrivato il Feng Shui in occidente?
È arrivato nel momento in cui oriente e occidente si sono incontrati, all’incirca negli anni ’60.

Per praticare il Feng Shui ha dovuto imparare anche il cinese?
Certo, perché certi saperi vengono tramandati con i caratteri cinesi, e quindi bisogna dargli la giusta interpretazione. Il cinese ha la capacità di saper riassumere un concetto in un solo carattere.

Lei è un maestro Feng Shui: oggi com’è cambiata questa figura soprattutto se esercitata nel mondo occidentale?
In passato il maestro sceglieva un po’ per tutti, cercando di garantire il benessere alla collettività. Oggi, invece, esercita cercando di migliorare la vita della persona singola o del singolo nucleo famigliare. L’idea è quella di far utilizzare al meglio i propri talenti e i propri spazi. Ci tengo molto a precisare che non è una magia, perché per migliorare la vita di una persona non basta applicare il Feng Shui: saprà migliorarla solo se sarà in grado di leggere tutti i messaggi inviati dalla casa.

Quindi lei si occupa anche di fare consulenza per gli architetti?
Se una persona sta progettando la casa da zero, è possibile. Altrimenti il Feng Shui è un grande strumento da applicare per chi vive già nella sua casa e si sente bloccato in qualche aspetto della propria vita. Non si tratta solo di arredamento, anche se in realtà si effettuano spostamenti di mobili oppure si scelgono i colori delle pareti. Non necessariamente una persona deve trovare la casa più bella, ma quella che ha più risonanza con la propria personalità.

Poter applicare questa disciplina dipende anche dalle capacità economiche del soggetto interessato?
Il Feng Shui, se applicato in modo corretto, non interviene sulla struttura della casa. Si può fare tantissimo anche senza fare investimenti, basta capire dov’è il blocco. È un concetto difficile da spiegare.
Faccio un esempio, il più basilare: ci sono persone che hanno perso fiducia in sé stessi e tengono sempre chiuse le tende di casa. Quindi un’osservazione potrebbe essere quella di aprirle, perché questo può influire molto sulla persona, senza incorrere a investimenti. Una casa molto luminosa aiuta a stare bene, molto cupa aiuta a chiudersi in sé stessi e influisce negativamente sullo stato d’animo.

Feng Shui si può praticare anche per gli uffici, o solo per le abitazioni?
Certamente, perché aiuta a lavorare meglio. Un ufficio più grande riesce a dare maggior sicurezza ed autorità ad un dirigente, quindi bisogna saper organizzare gli spazi. Un errore frequente viene fatto nelle aziende familiari, dove il capo non si prende i giusti spazi.

Quali sono gli strumenti che lei utilizza per le proprie consulenze?
Sostanzialmente utilizzo due strumenti essenziali: la bussola Lo Pan e la carta energetica.
La bussola Lo Pan è “il computer” di un maestro o consulente Feng Shui, dove sono inserite tutte le informazioni dell’energia, di come si muove nell’ambiente e come si relaziona con le persone. C’è un’informazione per ogni grado di misura e serve per verificare lo spazio e il tempo. La carta energetica indica, invece, le energie presenti in un determinato giorno o periodo di tempo e ci permette di comprendere meglio come siamo fatti, per cosa siamo predisposti come lavoro, attività, relazioni con gli altri e quali saranno le migliori forze e direzioni cardinali per ognuno. Si calcola seguendo i principi del Tao, la ciclicità dei movimenti energetici ed i bilanciamenti Yin e Yang.

Concludendo, questa disciplina, se ben praticata, quali risultati può dare nel nostro territorio?
Sono vent’anni che vivo in Oltrepò, ma a dire il vero lavoro molto più facilmente su Milano, dove c’è una mentalità più aperta. Con il lockdown, però, molti milanesi si sono spinti verso il nostro territorio. Io penso che l’Oltrepò sia la risposta giusta per vivere nella natura, senza allontanarsi troppo dalla città: questo è il suo punto di forza, e aiuta sicuramente per il benessere della persona. I cinesi sono, di base, una società agricola, che è sempre stata attenta ai segnali della natura. Per questo io trovo molte affinità con l’Oltrepò Pavese, dove gli agricoltori sanno leggere la natura e sanno come dover agire.