Per fare un progetto Feng Shui in un luogo di lavoro, bisogna valutare sia lo spazio che la relazione di chi lavora dentro, considerando anche i ruoli che ognuno ricopre.

The Impact Hub è uno spazio co-working che facilita la creazione di progetti sostenibili ad ampio impatto sociale che si trova in zona Paolo Sarpi di Milano.

Al mio arrivo al Impact Hub si trovava in una fase di stallo. Erano riusciti a creare una realtà ancora non esistente a in Italia. Come in ogni progetto iniziato con un piccolo gruppo e con tanta volontà ed amore, si arriva ad un punto cruciale:

Come andiamo avanti?

  • Se rimaniamo piccoli e un po’ ‘nascosti’ troviamo sufficienti risorse per sopravvivere?
  • Siamo in grado di crescere?
  • Il gruppo che gestisce attualmente il progetto è ancora ben assortito?

Questi ed altri dubbi sono sorti dalla mia analisi e dal colloquio fatto con loro.

Nella mia analisi Feng Shui, ho riscontrato

  • La mancanza totale di indicazioni per arrivare al posto
  • Le aree più attive energeticamente erano quasi come abbandonate, con colori che invece di stimolare, tagliavano l’energia naturale di quell’area che corrispondeva a la possibilità di socializzare e aprire più opportunità
  • Nessuna accoglienza fisica (tipo ‘welcome desk’)

 

Posto diviso in due:

  1. Ingresso molto spoglio. In questa area ci sono anche le stanze per le conferenze, in quel momento arredati con uno stile freddo e anonimo. Per raggiungere la vera e propria sala delle scrivanie, la vita del posto, c’è una parete che restringe lo spazio, dipinta di un colore un po’ oscuro, che non sapevi con certezza  se era il caso di passare oltre o meno. A questo bisogna sommare la mancanza di una accoglienza iniziale.
  2. La parte posteriore molto più accogliente, vivace, ma confusionaria.

 

Per far capire come orientarsi e far sentire le persone a proprio agio, questo posto conta con delle risorse umane favolose, che però dovevano mettere molto di sé stesse per ricoprire le mancanze del posto, difficile, doppio impegno per riuscire a fare bene il proprio lavoro.

  • Il posto scelto per svolgere questa attività, manca del settore più importante, quella della guida, mentore, testa del progetto, argomento delicato, perché l’attività si basa nella collaborazione e cooperazione e per loro è impensabile che ci siano uno che ‘comandi’, ma per usare una metafora: ogni corpo ha una ‘testa‘, e qua mancava.
  • Mancando la ‘testa’, manca la direzione da intraprendere, o le priorità. Molto evidente la buona volontà e disponibilità di fare cose. Ma lavorare qua dentro era come ‘nuotare contro corrente’. Difficile.

 

 

Pur mantenendo la loro identità come Impact Hub:

  • Rendere lo spazio più funzionale ad i loro bisogni,
  • Aiutarli a diventare più ‘visibili’, farsi conoscere così permettere di anche aumentare le utenze. Di conseguenza migliorare le risorse.
  • Creare in generale un ambiente che sostenga i loro progetti di collaborazione, migliorare la comunicazione interna, la condivisione, dare gli strumenti per riuscire a guidare e gestire i nuovi progetti ed anche riuscire a portarli a termine con successo.

 

  • Per attivare le aree più importanti che aprono le nuove opportunità, abbiamo usato i colori, dipingendo alcune parete studiate ed analizzati con i diversi metodi Feng Shui per scegliere quali e di quale colore farle.
  • Abbiamo creato un’area di accoglienza
  • Abbiamo messo in risalto l’identità, cambiando i colori una libreria esistente con la scritta ‘Hub’.
  • Riorganizzato i tavoli dell’area open space.
  • Creato un’area per le scrivanie  per il ‘Head Team’.
  • Ho dato indicazione per migliorare il giardino che si trova nella parte anteriore prima dell’ingresso (indicazioni seguite in parte, al momento della  pubblicazione del sito, c’erano ancora cose da finire). Area importante per l’accoglienza e per il futuro.
  • Creare migliori indicazioni per facilitare l’arrivo al posto (ancora da fare)
  • Abbiamo verificato anche l’armonia ed i tipo di ruolo che ricopre ogni collaboratore, ho dato suggerimenti a riguardo.

In generale quando si equilibrano e bilanciano le energie con i principi del Feng Shui, si elimina l’ostacolo dello spazio, bensì perché lo spazio fisicamente ha un difetto, o perché nel modo in cui lo abbiamo arredato abbiamo manifestato i nostri propri blocchi. Dopo di che, tutto l’impegno che si decide di mettere in un progetto in un’azione sarà più agevolato.

Prima di conoscere Paola non sapevo molto sul Feng Shui. Al dir il vero l’idea che avevo mi riportava a qualche cosa vicina a Paolo Fox. Quando nel luogo dove lavoro mi hanno detto che una consulente di Feng Shui ci avrebbe aiutato nel processo di rinnovazione del nostro spazio, ho espresso delle perplessità ( “vi siete bevuti il cervello?!!” questa è stata la mia reazione ). Invece conoscere Paola e vederla lavorare ha cambiato completamente la mia idea su questa disciplina. Il suo intervento è stato cruciale nella rinnovazione del nostro spazio e le influenze positive si sentono ancora adesso.  Montse

 

Vista la natura di Impact Hub di collaborazione,  tutto si decide in team, non è stato facile  far accettare e/o mettere in atto il suggerimento di creare uno spazio accoglienza. Per loro non era carina l’idea di lasciare una persona sola nel front desk, mentre gli altri lavorano in gruppo dentro. Respingevano l’idea del front desk in stile “reception” come nelle aziende istituzionali, con qualcuno che ti accoglie, c’è voluto un po’ prima di mettere in pratica questo cambiamento.

La natura del Impact Hub è di lavorare in maniera innovativa, di creare e far vivere dei progetti che nascono dalla collaborazione. Anche lo spazio fisico del Hub è diverso è particolare. Ma come ‘diversi’ sono comunque riusciti a fare a  trasformare questa occasione in un evento di collaborazione ed ‘eco friendly’, come nella loro filosofia.

Per la buona riuscita di questo ‘co-working’ ho anche studiato la data che avrebbe agevolato il progetto.

*Alcune foto sono state condivise da Impact Hub Milano.